Correre a digiuno : si o no?
Correre a digiuno: fa bene o fa male? E a cosa serve? Ma se poi finiscono le energie?
Queste sono solo alcune delle domande che spesso ci facciamo a vicenda, senza magari riuscire a trovare una risposta definitiva.
Tralasciando la sensazione rigenerante e di benessere in generale che ci regala una corsa di prima mattina, vediamo di affrontare i diversi temi per capire se e come è giusto allenarsi a digiuno.
Cosa vuole dire correre a digiuno
Iniziare a correre dopo non aver mangiato per almeno otto ore vuole dire allenarsi a digiuno. Un caffè e dei liquidi come acqua e the, sono tollerati.
Per questo è ovvio che sia meglio effettuarlo alla mattina presto, prima di colazione.
Perché correre a digiuno
La ratio è di stimolare, visto il prolungato digiuno, l’utilizzo dei grassi a scopo energetico.
Appena alzati le riserve di glicogeno scarseggiano e il livello di insulina è basso. Allenandosi in questo stato, il metabolismo non funziona in “modalità carboidrati”, in quanto il corpo è obbligato ad utilizzare i grassi come carburante. Praticamente il corpo si fa furbo e inizia ad usare le riserve di grasso, che sono abbondanti e offrono una prolungata erogazione di energia.
Negli sport di resistenza, come la corsa o il ciclismo, più è economico il metabolismo dei grassi, più le riserve di carboidrati possono essere utilizzate con cautela. Perciò, per essere efficienti il più a lungo possibile, conviene allenare proprio il metabolismo dei grassi.
Un esempio? I migliori atleti kenioti eseguono sempre la prima corsa di resistenza della giornata prima di colazione.
Il ritmo è fondamentale
È necessario considerare che, nella teoria della combustione dei grassi, il corpo può ottenere energia dalle riserve di grasso solo se è disponibile sufficiente ossigeno. Cosa vuol dire? Che la corsa a digiuno deve essere eseguita piano, in maniera che l’ossigeno venga irrorato in tutto il corpo. Un consiglio per capire se il ritmo è giusto… Si riesce a conversare? allora è ok!
L’approccio
L’approccio è fondamentale. Vietato assolutamente partire con la prima uscita da un’ora o cose simili.
Come fare dunque, soprattutto agli inizi? Alzarsi, bere acqua e un caffè (se siete abituati) e via per una mezzora di corsa ad intensità blanda. Al rientro doccia e una colazione normale, senza esagerare. Piuttosto curare bene l’idratazione.
Piano piano si può aumentare il minutaggio, arrivando sino ai 60 minuti. Questo è ovviamente il consiglio per persona normali che vogliano inserire un allenamento del genere a settimana, ottenendo dei risultati positivi.
Conclusioni
La corsa a digiuno, oltre a mettere in moto nuovi processi di adattamento nel corpo, ha un fascino particolare in termini di esperienza. L’aria alle prime ore del mattino è più pulita rispetto alla sera, la fatica ancora non si sente e la voglia di fare è grande. Decisamente consigliata, all’interno di un programma di allenamento, una volta a settimana.
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Stefano Francescutti