L’allenamento divertente per il running
L’allenamento divertente per il running è l’argomento di questo post. Confrontandovi tra amici, anche a voi risulterà chiara una visione: i risultati più importanti non arrivano per aver completato un allenamento difficile o molto lungo. Al contrario, il successo è frutto della costanza e della continuità nell’allenamento.
Il che non è sempre semplice, fondamentalmente per due cause:
- Bisogna evitare gli infortuni;
- Bisogna trovare costantemente la motivazione.
Dove trovare la motivazione
La parte legata alla motivazione è probabilmente quella più difficile da gestire. I motivi possono essere tanti ma è chiaro che ogni persona faccia a se e non tutti siamo naturalmente predisposti ad auto-motivarsi con successo.
Come riuscire a tenere alta la motivazione giorno dopo giorno?
Sembra una risposta sciocca, ma oltre ad organizzare allenamenti facendo in modo che siano stimolanti dal punto di vista metabolico, muscolare e mentale, è importantissimo che siano anche divertenti. Proprio così. Non è vero che correre sia noioso e ripetitivo o che un allenamento duro sia necessariamente solo fatica e “sofferenza”.
L’allenamento divertente
Buona parte del divertimento arriva dalla variabilità degli stimoli. Vale un po’ nella vita in generale, ma negli allenamenti ancora di più: è indispensabile essere il meno ripetitivi possibile. Il problema è che spesso quando si corre si tende a essere abitudinari e monotoni, scegliendo i soliti percorsi e impegnandosi su ritmi e distanze sempre molto simili tra loro.
Così facendo, con il passare del tempo, si arriva a uno stallo delle prestazioni: l’organismo si adatta a questo tipo di sforzo e non ne trae più benefici effettivi.
Perciò, dopo aver capito e studiato le proprie caratteristiche, il primo obiettivo deve essere quello di adottare un sistema di allenamento completo e stimolante che migliori le prestazioni da tutti i punti di vista.
In che maniera?
A livello muscolare con lavori di corsa mirati all’aumento della forza. Tecnica e velocità per migliorare spinta, appoggio e frequenza. Lavori più lunghi, infine, per aumentare la resistenza e la capacità di bruciare grassi come fonte di energia. In parole povere bisogna, nell’arco di un mese, non avere mai una settimana uguale alle altre.
La “variabilità”
Variare gli stimoli vuol dire variare lavori, durata e distanza percorsa all’interno di ogni workout. Acquisendo stimoli nuovi e scoprendo sensazioni diverse non si corre il rischio di annoiarsi. Se la settimana non sarà monotona, allora la motivazione e la disponibilità ad allenarsi con continuità rimangano costanti nel tempo. E così, di conseguenza, la regolarità farà la differenza rispetto agli altri.
Con o senza coach?
Ovviamente ciò che abbiamo scritto sembra perfetto se abbiamo un coach alle spalle. Ed in effetti, la scelta di essere seguiti da un allenatore è sicuramente vantaggiosa. Se l’aiuto facciamo fatica a tirarlo fuori da dentro, può essere utile averlo da fuori. Però non tutti scelgono l’ausilio di un professionista.
Come gestirsi autonomamente?
La difficoltà più grossa sta nell’avere l’entusiasmo necessario ad iniziare ogni volta l’allenamento. Sappiamo bene che alla fine dell’allenamento saremo soddisfatti grazie alla produzione delle endorfine ma, prima di iniziare, ci portiamo dietro la stanchezza di una giornata di lavoro, lo stress e magari il disagio per un meteo che non sempre è piacevole.
È qua che la motivazione deve prendere il sopravvento: deve essere la leva che ogni giorno ci fa fare quel primo passo che fa la differenza tra un ottimo allenamento e una serata anonima, passata sul divano a lamentarsi per la giornata no o, peggio ancora, rimuginando sul fatto che non abbiamo avuto la forza di uscire a correre.
Tanti piccoli primi passi quotidiani saranno, alla fine dell’anno, ciò che ha fatto la differenza.
La corsa per noi non è e non deve diventare un lavoro, quindi la capacità di concludere gli allenamenti sarà tanto più forte quanto più ci divertiamo e otteniamo gratificazione dai risultati.
Un consiglio specifico sta nel cercare di privilegiare percorsi sempre diversi che possano stimolare curiosità e soprattutto distrarci: in questa maniera l’attenzione del cervello passerà dalla fatica all’osservazione dell’ambiente circostante.
Allenarsi con persone positive e allegre è poi un altro consiglio fondamentale. Soprattutto se non abbiamo un obiettivo che ci spingerà ad allenarci, uscire in compagnia ci permetterà di condividere impegno e fatica e, soprattutto, ci obbligherà ad avere un orario e un appuntamento specifico a cui non possiamo mancare.
Questi sono solo alcuni trucchi e stratagemmi per lavorare in maniera automa e che aiutano, giorno dopo giorno, a vincere la resistenza inziale che, al contrario, ci farebbe annoiare su un divano.
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Stefano Francescutti