Il Museo del ciclismo al Ghisallo
Il Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo ospita senza dubbio la raccolta italiana più interessante e preziosa sul mondo del ciclismo.
Si trova nel piazzale del colle del Ghisallo, accanto al Santuario della Madonna del Ghisallo e al monumento al ciclista.
Un po’ di informazioni sul colle del Ghisallo
Il colle del Ghisallo è un valico stradale posto a quota 754 m s.l.m., che collega la Valassina con la parte alta del Triangolo Lariano, quello che divide i due rami del Lago (Como e Lecco).
Abbiamo già parlato della famosissima salita che porta al colle in questo post.
Come raggiungere il museo del ciclismo Madonna del Ghisallo
In macchina si può salire dal versante sud, che da Erba porta al valico passando per Asso (è sicuramente la maniera più veloce ma anche la meno spettacolare). Oppure si può raggiungere Bellagio da Como o da Lecco procedendo sul lungo lago, e percorrere la salita dal versante nord, quella più spettacolare e storica.
Nel piazzale del Museo sono presenti numerosi parcheggi e non è mai un problema trovarne uno libero.
Il mezzo migliore però per raggiungere il Museo è sicuramente la bicicletta. Quale versante? Nord, ovviamente. Al di fuori del Museo del ciclismo è presente una rastrelliera dove lasciare le bici che vengono curate dai ragazzi della biglietteria. Tranquilli, c’è da fidarsi.
La storia del museo
Come ho detto, nel piazzale del colle del Ghisallo troviamo innanzitutto la Chiesa del Santuario della Madonna protettrice dei ciclisti. Da molti decenni l’usanza ha voluto che i campioni del ciclismo donassero i proprio cimeli al Santuario, e che venissero esposti all’interno dello stesso. Troviamo ad esempio le bici di Coppi, Bartali e Merckx, la bici di Moser usata per il record dell’ora, e molte maglie iridate, rosa e gialle.
Come si può immaginare, passando gli anni e crescendo esponenzialmente il numero dei cimeli, la Chiesa diventerà troppo stretta per contenerli tutti.
Da qui nasce l’idea del progetto del Museo del ciclismo.
Il museo è stato inaugurato in occasione del Giro di Lombardia, il 14 ottobre 2016, con una cerimonia che ha visto la presenza di molti campioni di oggi e di ieri.
Il museo del ciclismo Madonna del Ghisallo
A me piace arrivare al Museo del ciclismo in bicicletta. Una volta lasciato il mio mezzo in custodia, pago il biglietto ed entro.
La prima cosa che faccio è togliermi le scarpe con le tacchette, riporle nella scarpiera, e utilizzare le ciabatte offerte dal Museo. Ora, in totale comodità, inizio il tour.
Le sezioni
Il Museo del ciclismo si sviluppa su 3 piani ed è diviso in sezioni, tutte molto interessanti.
Al secondo piano troviamo l’ingresso, la zona merchandising, il piccolo bar e il bookshop. Scendendo lungo le 3 rampe che ricordano molto le nostre amate salite con i loro tornanti, trovo una mostra fotografica a tema “Giro d’Italia”, con molti scatti tutti in bianco e nero.
Al primo piano si entra decisamente nel cuore del Museo. Qui è dove sono presenti la maggior parte dei cimeli e le sezioni più importanti.
Il piano terra è invece la zona dedicata agli uffici, le mostre temporanee e la sala conferenze.
Evoluzione bici da strada – Evoluzione bici da passeggio – Bici da guerra
Come ho detto, l’anima del museo si trova al primo piano. È qua che si inizia la vera visita, con una carrellata di biciclette, dalla più antica alla più recente. Si ha la possibilità quindi di capire l’evoluzione delle bici nei suo materiali e nella componentistica. Dal legno al carbonio, dal pignone fisso ai primi cambi fino alle attuali tecnologie. La vera chicca secondo me? La prima Bianchi pieghevole, tra le bici militari.
Cimeli
La sezione cimeli è il punto forte di tutto il museo: è qui che troviamo custoditi i doni più importanti e di maggior valore fatti dai campioni del ciclismo. Vengono esposti secondo il principio della rotazione e della doppia ripartizione museologica: in tal modo i cimeli possono passare dal Santuario al Museo e viceversa. C’è da sbizzarrirsi tra bici d’epoca e abbigliamento ancora sporco di un fango di oltre 50 anni.
Maglie Rosa
Proprio sotto le rampe di discesa, al primo piano, torva spazio la più grande collezione di maglie rosa del mondo, nella quale spicca l’ultima arrivata: maglia rosa 1984 di Francesco Moser, consegnata proprio poco fa: il 14 agosto 2017.
Grande enciclopedia del ciclismo
Continuando il tour, tra maglie iridate autografate dai campioni e anche qualche loro bici, si arriva alla sezione grande enciclopedia del ciclismo: attraverso una serie di gigantografie e di pannelli di testo vengono mostrati, seguendo una successione cronologica, i profili dei più grandi campioni di sempre, con notizie su alcune delle loro imprese e sui mezzi con cui le hanno compiute.
24+24
La sezione 24+24 è a mio parere una delle più interessanti. Si tratta di due anelli da 24 “bandiere” l’uno, nei quali trovano spazio le schede dei più significativi e vincenti corridori di sempre. Volete divertirvi? Guardate la scheda di Merckx…hanno dovuto ridurre i caratteri di scrittura perché altrimenti non ci sarebbe stato spazio per tutto il palmares!
Ciak e Campioni
È infine presente una sezione audiovisivi: su schermi distribuiti in vari punti del museo vengono proiettati film, cortometraggi e documentari in cui si tratta l’argomento ciclismo in tutte le sue sfaccettature. Inoltre, alla fine del tour, si può entrare in una “sala cinema” dove i film vengono riprodotti sul grande schermo.
Conclusioni
A chi ama il ciclismo, consiglio davvero di ritagliarsi il tempo per una visita al Museo del Ciclismo. La durata decidetela voi, potete comportarvi da recordman e vedere tutto in un giro di orologio, o da randonneur, e prendervi anche qualche ora con calma e tranquillità.
In entrambi i casi, sono sicuro che uscirete dalla visita molto soddisfatti, proprio come dopo una lunga salita. E proprio come dopo una lunga salita, vi sarete guadagnati il vostro momento di relax.
Info
- Il Museo è aperto da marzo a novembre, 7 giorni su 7, dalle 9.30 alle 17.30
- Il costo per la visita è di 6 €, ma se vi presentate in bici avete diritto al prezzo ridotto di 5 €
- Il Museo organizza molti eventi durante l’anno, qui il calendario ufficiale
Stefano Francescutti